Per acquisire conoscenza, si deve studiare, ma per acquisire saggezza, si deve osservare.
 Marilyn vos Savant
STEM è l’acronimo di origine angloamericana di ‘Science, Technology, Engineering and Mathematics’ (ovvero scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) intese come discipline. Si tratta di una classificazione che raggruppa questo tipo di materie di studio e i relativi campi d’applicazione (considerati uno strumento chiave per lo sviluppo economico, tecnologico e sociale), nata negli Stati Uniti tra gli anni ’90 e i primi anni Duemila e presto diffusa a livello internazionale.
Tuttavia, non vi è un accordo universale su quali discipline debbano effettivamente essere incluse tra le STEM. In Italia, la classificazione tradizionale distingue principalmente tra discipline scientifiche e umanistiche. Un importante contributo alla diffusione dell’acronimo in italiano è giunto nel 2021 con l’istituzione da parte del Ministero dell’Istruzione del primo concorso per l’insegnamento delle materie STEM (DD n. 826 del 15 giugno 2021), comunemente identificato come “concorso STEM” (anche dallo stesso Ministero dell’Istruzione), finalizzato al reclutamento del personale docente per le materie scientifiche nella scuola secondaria di primo e secondo grado.
Ma di che cosa si tratta?
Ciò che differenzia lo studio delle STEM dalla scienza tradizionale e dalla matematica è il differente approccio alla materia stessa. Viene mostrato agli studenti come il metodo scientifico possa essere applicato alla vita quotidiana. Le STEM consentono di insegnare agli studenti il pensiero computazionale concentrandosi sulle applicazioni del mondo reale in un’ottica di problem solving . Riportandolo ad un esempio più semplice ad ogni studente-studioso è richiesto di applicare un processo mentale che gli consenta di risolvere problemi di varia natura seguendo metodi e strumenti specifici, pianificando una strategia; ciò abitua al rigore e quindi rende possibili gli atti creativi. Permette di interagire con persone e strumenti, di fruire delle potenzialità delle macchine quali oggetti capaci di compensare le lentezze o l’imprecisione dell’uomo, se ben programmati. Attraverso la didattica STEM lo studente crea legami e connessioni profonde tra i concetti appresi nelle diverse discipline scientifiche, riesce a coglierne l’intrinseco rapporto con la realtà ed è maggiormente strutturato per affrontare ed intrepretare la profonda e sempre maggiore complessità del mondo che lo circonda, rompendo di fatto tutta la chiusura, la costrizione e la rigidità con cui troppo spesso si vive la dimensione dello studio e dell’azione propria dello studiare.
Ma qui siamo solo sul piano teorico. In ambito pratico?
L’amministrazione Obama ha investito 2,6 milioni di dollari per incrementare le iscrizioni dei giovani ai corsi STEM, e la ragione è evidente: le opportunità di lavoro per laureati dell’area STEM sono molto maggiori che per i laureati in altre discipline, soprattutto per quelli provenienti dagli studi umanistici in senso lato. A risultati analoghi porta il confronto tra i laureati STEM e gli altri, per quanto riguarda i tassi di crescita dell’occupazione, i tempi impiegati per trovarla, il livello di reddito dopo un certo intervallo di tempo di lavoro.
In Italia? In occasione dell’iniziativa settimana delle Donne nella Ricerca, il nostro Istituto Comprensivo ha scelto di invitare Valentina Domenici, Professoressa Associata in Chimica Fisica, presso il Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Pisa, che lunedì 5 febbraio, ha coinvolto le classi terze del nostro Istituto Comprensivo per raccontarci di persona la sua esperienza e il suo campo di ricerca improntato proprio sulla metodologia STEM.
Sono state ore interessantissime dove la professoressa ha parlato di come è nata la sua passione per la chimica, del suo percorso di studio che le ha permesso di entrare a far parte dei più importanti laboratori di settore presenti nel mondo, per sviluppare le sue ricerche nel campo della Chimica Fisica, in particolare dei cristalli liquidi. Queste strutture non solo vengono impiegate comunemente nei dispositivi digitali, ad esempio all’interno degli schermi dei cellulari, tablet etc., ma sono parte integrante della robotica, in particolare riguardano la nuova frontiera delle così dette “fibre” muscolari artificiali, in grado di cambiare forma con la temperatura.
La studiosa ci ha mostrato alcuni video interessanti su esperimenti di divulgazione didattica della Chimica, passione che coltiva fin dai tempi post-laurea, quando conseguì un Master in “Comunicazione della Scienza”, video che hanno messo in luce l’importanza del ruolo della metodologia STEM. Settore su cui orgogliosamente ha rivelato la docente molte studiose troveranno un proprio riscatto rispetto ad una gerarchia che ancora oggi penalizza la figura femminile in favore di quella maschile nei ruoli di comando. Secondo la Prof.ssa Domenici, infatti, la metodologia STEM agevola spazi di logica e creatività che garantiscano maggiore spazio d’azione alla mentalità femminile, mettendo in luce aspetti che fino ad oggi sono stati fortemente messi in ombra dal sistema del mercato lavorativo vigente.
Elisa Favilli
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