Continuano i nostri incontro con gli esperti, gli studiosi e i ricercatori del mondo accademico. Se nel primo incontro Valentina Domenici, Professoressa Associata in Chimica Fisica, presso il Dipartimento di Chimica Industriale dell’Università di Pisa ci ha svelato cosa sia la metodologia STEM, il 15 marzo, i nostri occhi si sono rivolti oltre l’atmosfera alla ricerca del pianeta Marte grazie a Pascal Allemand, Professore Ordinario di Scienze della Terra, presso L’Università C. Bernard di Lyon e il CNRS, uno dei massimi esponenti dell’ESA per le missioni sul pianeta rosso.
Oltre 200 tra ragazzi e ragazze, della scuola secondaria di I grado, Leonardo da Vinci e Cielo D’Alcamo, si sono collegati e hanno ascoltato in presenza la video conferenza che lo studioso ha tenuto sui misteri che il quarto pianeta, del nostro sistema solare, svela quotidianamente a chi ha scelto di indirizzare le sue ricerche verso questo pianeta che, per quanto presenti un’atmosfera al quanto rarefatta, è il più simile alla nostra Terra.
Questo lo sappiamo grazie alle importanti scoperte ottenute dalla missione Mars 2020. Sulla superficie del pianeta rosso, in prossimità del cratere Jezero, situato sulla superficie sul lato occidentale di Isidis Planitia, la NASA ha fatto atterrare, il 18 febbraio 2021, il rover Perseverance. Dalle prime rivelazioni è emerso che Perseverance si è aggirato lungo i bordi di un’area chiamata Séítah, dove ha campionato le rocce in due siti e ha visitato un’altra area chiamata Máaz, raccogliendo campioni di altre due rocce. Poi ha percorso un tragitto tortuoso verso una delle conformazioni principali del cratere, svelando di trovarsi sul delta di un antico fiume. Le analisi delle rocce raccolte in situ sono di origine magmatica cumulitiche, ovvero formate dal raffreddamento del magma fuso. Mostrando, senza ombra di dubbio, alterazioni da parte di acqua. Certo dobbiamo aspettare che le rocce giungano a noi per ulteriori analisi, ma la scoperta è sensazionale.
Se c’è acqua c’è BIOS. Qui le domande diventano tantissime. In primis, perché se la vita qui un tempo era come sulla Terra, ad un certo punto è sparita? Ma soprattutto quali sono state le cause che hanno portato alla morte di questo pianeta?
E qui la vertigine diventa improvvisamente un tuffo in una realtà amarissima, in una presa di coscienza che ci riporta all’ordine verso il nostro prendersi cura del nostro pianeta Terra.
Improvvisamente si tasta il polso ad un Mondo che quest’anno ha misurato la temperatura più elevata di sempre. Un pineta che non riconosce più cosa siano le mezze stagioni, che con maggiore frequenza vive i disastri ambientali come un fatto quotidiano. Una Terra di cui in tanti studiosi, climatologi, scienziati, biologi… ci riportano dati allarmanti che spesso consideriamo con una superficialità a dir poco imbarazzante.
Mentre il professore Allemand ironizzava sulla superficialità con cui spesso a chi sceglie il suo mestiere e a chi intraprende i suoi studi, si pongono queste domande ”Queste missioni spaziali sono utili?A cosa servono? Nono sono uno spreco finanziario?Cosa cambia per noi se dimostriamo o no, che la vita esista oltre che sulla Terra?Che insegnamento ci da l’evoluzione di Marte per pensare l’evoluzione della nostra Terra?” Molti ragazzi hanno acceso un serio e interessante scambiando di domande, sostenendo l’importanza dello studio e riportando al centro dell’incontro la curiosità verso un sapere che come Atlante sorregge il mondo e apre la conoscenza verso l’infinito e infiniti mondi, ricordando a noi tutti quanto sia importante non abbassare mai il cannocchiale con cui li invitiamo a guardare oltre.
Elisa Favilli
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